
I personaggi del Lapin Agile: come il genio e il vino fecero di un asino un pittore

Père Frédé non era solo il gestore del cabaret Au Lapin Agile. Era un pezzo dell’anima della collina più pazza di Parigi, una delle incarnazioni dello spirito generoso, tormentato, ribelle di Montmartre. Il povero Père Frédé era perennemente squattrinato a causa dei suoi clienti, artisti che raramente erano in grado di saldare il conto se non con dipinti che al tempo non valevano niente (uno di questi era il giovane Pablo Picasso!). Si sa, tra cuori generosi la miseria è ben presto contagiosa, ma c’erano cose a cui nemmeno Frédé poteva rinunciare. Una di queste era Lolo, il suo fedele asino il quale, in un bel giorno di ordinaria follia montmartriana, divenne di fatto rappresentante di un movimento artistico!

(Per sapere di più sullo straordinario gestore del Lapin Agile, custode di una fortuna immensa, e sull’origine del nome di questo bizzarro cabaret, leggi : “Il Lapin Agile: un internato lucido e un milionario inconsapevole“).
Il caro animale conobbe un autentico momento di gloria sotto lo pseudonimo di Boronali, anagramma di Aliboron, uno dei nomi di Lolo, in omaggio all’asino delle fiabe di Jean de La Fontaine. L’idea fu di quel burlone di Roland Dorgelès (1885-1873), giornalista e scrittore divenuto famoso per i suoi racconti di guerra.
Dorgélès frequentava il cabaret e voleva prendersi gioco delle nuove Avanguardie artistiche dell’epoca e in generale di tutti quei movimenti che finivano per “-ismo” (cubismo, espressionismo, futurismo, surrealismo…).

Il suo amico André Warnod (1885-1960), disegnatore, pittore, scrittore e critico d’arte, (anche lui con un notevole curriculum vitae, insomma), volle essere della partita. Insieme organizzarono uno scherzo che le Avanguardie non avrebbero dimenticato per un pezzo.

Recuperata una tela pulita, i due legarono un pennello alla coda di Lolo a cui poi vennero offerte delle carote. Risultato: agitando la coda Lolo dipinse “Tramonto sull’Adriatico”, l’opera che doveva lanciare il nuovo movimento dell’”Eccessivismo“. Per l’occasione Dorgélès ne scrisse addirittura il manifesto mentre la tela, che tutti ritennero opera di un pittore italiano emergente di nome Boronali, viene esposta al Salon des Indépendants (Salone degli Indipendenti) del 1910 con un buon ritorno di critica.
“Devastiamo gli assurdi musei, prendiamo a calci le abitudini infami. Viva lo scarlatto, la porpora… etc.”, recitava il manifesto dell’Eccessivismo, chiara parodia di quello del Futurismo apparso sui giornali francesi l’anno precedente.
A scherzo svelato, Dorgélès poté vantarsi di essere riuscito a dimostrare che persino un asino poteva fondare una nuova avanguardia. Scherzi da butte!

Questa vicenda può fornire un assaggio di quale fosse lo spirito di Montmartre, o Mont-Matto, come l’ho ribattezzato. Dorgélès e complici si saranno fatti una bella risata di sicuro, e probabilmente assieme agli stessi avanguardisti che avevano deriso, dato che frequentavano tutti lo stesso cabaret: Au Lapin Agile. Nessuno se la prese troppo: la parola d’ordine di Mont-Matto, se ce ne fossa stata una, penso sarebbe stata LUDIBRIUM (scherzo, scherno…).

Penso sia ora giunto il momento di riempire i bicchieri in attesa di conoscere gli straordinari clienti del Lapin Agile. Mentre il Genio, l’Arte e la Follia conducono i loro figli per mano al consunto bancone di Père Frédé, vi sussurrerò qualche pettegolezzo su di loro. Alcuni sono poco conosciuti fuori dalla Francia, ma posso assicurarvi che si tratta di persone indimenticabili una volta conosciute, spostate e poco raccomandabili magari, ma mai banali! Eccone alcune:
- Emmanuel Poiré (1858-1909), artista meglio noto come Caran d’Ache, pseudonimo che viene dal russo karandash, “matita”. Ci tengo a precisare che è la marca di colori a prendere il nome da lui, non il contrario.

- Il suo amico Jean-Louis Forain (1852-1931), pittore poco conosciuto in Italia ma non meno impressionista/impressionante di altri!

- Jules Jouy (1855-1897), irriverente poeta e canzoniere morto a 42 anni; sono ancora aperte le scommesse su cosa lo uccise: sifilide, alcolismo o tabagismo?

- Quel simpaticone di Courteline (1858-1929), scrittore e drammaturgo

- L’altrettanto simpaticone di Alphonse Allais (1854-1905) suo collega

- E come farsi mancare le personalità politiche che non disdegnavano la compagnia folle ma autentica del piccolo cabaret? Ecco Geroges Clémenceau (1841-1929), di cui si è letto nei libri di storia al capitolo sulla Prima Guerra Mondiale.

- Guillaume Apollinaire (1880-1918), poeta ideatore dei fantastici “calligrammi” che fondono disegno e pensiero

- Il pittore impressionista Pierre-Auguste Renoir (1875-1876) che viveva a due passi dal cabaret

- Pablo Picasso che ai tempi del Lapin Agile non era ancora né ricco né famoso. Era uno di quelli che potevano pagare Père Frédé solo con tele da quattro soldi. Una fra tutte stava appesa alle pareti del cabaret: si intitolava Al Lapin agile (o Arlecchino con bicchiere, 1905), autoritratto di Picasso in costume da Arlecchino a un tavolo del locale con accanto una ragazza e sullo sfondo il buon Père Fredè che suona. Fu proprio il padrone del Lapin Agile, sempre al verde dato che veniva pagato in quadri e riconoscenza, a rivendere più tardi la tela per pochi spiccioli. La stessa venne poi battuta a un’asta di New York, anni dopo, per 42 milioni di dollari…

- Infine non poteva mancare tra gli avventori il simbolo di quella Parigi emarginata, depravata, pazza e infelice che diede alla poesia una nuova vita: Paul Verlaine (1844-1896), alcolizzato, sporcaccione in tutti i modi possibili e affetto da miseria cronica. Del resto non avrebbe potuto essere diverso: era un autentico poeta maledetto!

(Se ti interessa diventare un genio letterario maledetto e behèmien, leggi la ricetta che il Cappellaio Matto mi confidò nell’articolo “Come si diventa poeti maledetti?“)
Ma ecco entrare al Lapin Agile un tipo timido, smilzo e schivo. Alla sua comparsa il vino viene fatto sparire. Le maledizioni non sono finite a quanto pare: quest’uomo è Maurice Utrillo e porta con sé la storia del Trio Infernale, un’altra storia degna di questo folle colle che ho ribattezzato Mont-matto.
(Per comprendere la natura di questo misterioso individuo occorre prima conoscere il vertice del Trio Infernale, ossia la sua incredibile madre, Suzanne Valadon: “Il trio infernale: la terribile Suzanne“)
